Intervenendo durante il dialogo interattivo con il Relatore Speciale sulle Forme Contemporanee di Schiavitù, l'esperta giuridica Lucia Ferreyra Perea ha denunciato la realtà della schiavitù ereditaria e della segregazione razziale ancora in vigore in questi campi gestiti dal gruppo armato Polisario.

Parlando a nome del Centro Indipendente per la Ricerca e le Iniziative per il Dialogo (CIRID), la Sig.ra Ferreyra Perea ha citato il caso di un giovane saharawi, Mohammed Salem, a cui è stato impedito di sposarsi perché il suo background familiare era considerato servile.

Ha descritto questa situazione come un "flagrante attacco alla dignità umana", chiedendo all'UNHRC di condurre un'indagine indipendente su queste pratiche.

Da parte sua, il signor Mostafa Maelainine, del Comitato Internazionale per il Rispetto e l'Applicazione della Carta Africana dei Diritti dell'Uomo e dei Popoli (CIRAC), ha citato testimonianze di ex "rifugiati" saharawi che denunciano discriminazioni sistemiche nei confronti delle popolazioni di origine servile.

Ha accusato il Polisario di sfruttare queste pratiche per mantenere il controllo sociale e politico sulle popolazioni dei campi, in flagrante violazione delle convenzioni internazionali sull'abolizione della schiavitù.

Il signor Maelainine ha inoltre chiesto al Relatore Speciale di effettuare una visita in loco e di includere queste violazioni nel suo prossimo rapporto al Consiglio.

Entrambi gli oratori hanno sottolineato l'urgente necessità di garantire alle vittime dei campi di Tinduf il loro diritto fondamentale alla libertà, alla dignità e alla giustizia.

-Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas-